“Genocidio come cancellazione coloniale”. Il nuovo rapporto della Relatrice Albanese

Artixcolo pubblicato originariamente su Altreconomia. Foto di copertina: I sopravvissuti a un bombardamento israeliano nel campo profughi di al-Nuseirat, nella Striscia di Gaza, a metà dicembre 2024 © Xinhua/ABACA / ipa-agency.net / Fotogramma

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Intervista alla Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967, che a fine ottobre ha presentato all’Assemblea generale il suo ultimo lavoro. Riguarda la distruzione della popolazione civile in atto nella Striscia di Gaza ma anche in Cisgiordania e a Gerusalemme. “C’è un genocidio in corso, preparato dall’impunità che è stata garantita a Israele”

Continua a ripetere che non è lei la notizia e non si lascia intimorire dagli attacchi. “Sono più gli attestati di stima”, assicura Francesca Albanese, la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967, che a fine ottobre ha presentato all’Assemblea generale dell’Onu il suo ultimo rapporto intitolato “Genocidio come cancellazione coloniale”. L’abbiamo intervistata.

Albanese, nel precedente rapporto affermava che vi erano elementi per parlare di atti genocidiari a Gaza. Questo rapporto ne è l’evoluzione?
FA In qualche modo è l’evoluzione del precedente, anche se non avrei mai immaginato di dover scrivere anche questo. Credevo che tutto questo si sarebbe fermato, vista anche la crescente pressione internazionale dopo l’accusa del Sudafrica a Israele di aver violato la Convenzione sul genocidio. E, invece, non solo la violenza non si è fermata, ma si è andata intensificando e allora ho continuato a documentare. Ho visto che certi atti potenzialmente criminosi venivano commessi anche se con intensità differente, in Cisgiordania e a Gerusalemme, e allora ho cominciato a unire i puntini soprattutto alla luce della giurisprudenza sul genocidio. Non mi spiego tuttavia come tutto che quello che abbiamo e sappiamo sul genocidio, non ci aiuti a prevenirlo.

A quali conclusioni è arrivata?
FA Che c’è un genocidio in corso, preparato dall’impunità che è stata garantita a Israele. E non solo a Gaza, ma in tutto il territorio palestinese occupato: in un anno, solo in Cisgiordania, sono stati uccisi un quinto di tutti i bambini palestinesi che Israele ha ucciso in 24 anni in questa parte del territorio palestinese; qui sono state uccise oltre 700 persone, una cifra dieci volte più elevata rispetto alla già alta media annuale degli ultimi anni. Israele ha violato per decenni il diritto internazionale e varie convenzioni, come quella sull’apartheid. Ha violato risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell’Assemblea generale Onu: quest’anno ha commesso crimini nei confronti delle Nazioni Unite, colpendo il 70% delle strutture dell’Unrwa (l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi) a Gaza, e uccidendo oltre 200 dipendenti Onu. Come se non bastasse, ha lanciato una campagna diffamatoria nei confronti dell’Unrwa, fino a renderla illegale; ha dichiarato persone non gradite relatori indipendenti come me e persino il Segretario generale Onu António Guterres. Ha condotto vere e proprie campagne intimidatorie nei confronti dei funzionari delle Nazioni Unite ed è ormai noto che i servizi segreti israeliani abbiano minacciato alti funzionari della Corte penale internazionale. Che cos’altro si deve aspettare per considerare Israele uno Stato che non ha il diritto di voto all’interno dell’Assemblea generale, finché non cambi condotta? E soprattutto, perché Israele è al di sopra della legge?

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