Articolo pubblicato originariamente su Kulturjam
Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, ha lanciato un appello forte e senza precedenti. Tramite la piattaforma X (ex Twitter), ha invitato i professionisti medici di tutto il mondo a rompere ogni legame con Israele, denunciando la distruzione sistematica del sistema sanitario nella Striscia di Gaza come parte del “genocidio in corso”.
L’appello di Francesca Albanese e il collasso del sistema sanitario a Gaza
“Esorto i professionisti medici a livello globale a rompere tutti i legami con Israele come gesto concreto per condannare fermamente la distruzione totale del sistema sanitario palestinese a Gaza, una componente chiave del genocidio in corso perpetrato da Israele”, questo l’appello di Albanese che arriva in un contesto drammatico. I
l sistema sanitario della Striscia, già gravemente compromesso da anni di blocco e bombardamenti, è ormai al collasso. Solo nell’ultima settimana, sei neonati palestinesi sono morti di ipotermia a causa della mancanza di strutture adeguate, aggravata dagli attacchi mirati dell’esercito israeliano.
Il 28 dicembre, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno arrestato Hossam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahiya, insieme al personale sanitario presente.
Prima dell’arresto, Abu Safiya era stato immortalato in una foto simbolo: solo davanti a una schiera di carri armati, pochi minuti prima di essere catturato per essersi rifiutato di abbandonare pazienti e colleghi.
Secondo testimonianze, in quell’ospedale, uno dei pochi ancora funzionanti nella zona, ai pazienti è stato negato l’ossigeno e il personale sanitario è stato spogliato, torturato e trascinato via. Dal 28 dicembre, la struttura è inattiva, lasciando il Governatorato di Nord Gaza senza ospedali operativi.
Attacchi mirati alle strutture sanitarie
Il Kamal Adwan non è l’unico ospedale colpito. Operazioni militari simili sono state condotte contro l’Indonesian Hospital di Beit Lahiya e l’ospedale Al-Awda di Jabaliya. Anche il centro della Striscia è sotto assedio: all’ospedale dei martiri di Al-Aqsa, sei neonati sono morti per il freddo nel giro di pochi giorni.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’assedio alle strutture sanitarie costituisce una violazione gravissima del diritto internazionale. Tuttavia, gli attacchi continuano, aggravati da una crisi umanitaria sempre più profonda.
Una crisi umanitaria senza precedenti
Oltre alla distruzione del sistema sanitario, Gaza affronta una carenza estrema di risorse fondamentali. L’organizzazione OXFAM ha denunciato che, negli ultimi due mesi e mezzo, Israele ha consentito l’ingresso di soli 12 camion di cibo e acqua nel Governatorato di Nord Gaza. Le piogge recenti hanno ulteriormente peggiorato la situazione, con centinaia di tende nei campi profughi allagate.
Secondo l’agenzia palestinese Wafa, le condizioni climatiche rigide e la mancanza di ripari adeguati stanno mietendo vittime, soprattutto tra i neonati e gli anziani.
Dall’escalation iniziata il 7 ottobre, l’esercito israeliano ha ucciso direttamente almeno 45.541 persone, secondo fonti ufficiali. Tuttavia, stime indipendenti, tra cui una pubblicazione della rivista scientifica The Lancet, suggeriscono che il numero totale di vittime potrebbe essere molto più alto, superando le centinaia di migliaia.
L’appello globale e le reazioni
L’appello di Francesca Albanese a boicottare Israele si inserisce in un clima di crescente mobilitazione internazionale contro le azioni del governo israeliano. La Relatrice ONU ha definito la distruzione del sistema sanitario palestinese una componente fondamentale di un “genocidio in corso”.
Mentre le organizzazioni per i diritti umani chiedono interventi concreti, l’arresto e la possibile morte sotto tortura del dottor Hossam Abu Safiya evocano timori per il ripetersi di episodi tragici come quello del dottor Adnan al-Bursh, morto nella prigione israeliana di Ofer.
La situazione a Gaza non è solo una crisi umanitaria, ma una tragedia che chiama in causa la responsabilità collettiva della comunità internazionale.

[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."