Le forze israeliane uccidono una donna palestinese disarmata per un presunto approccio “sospetto” nel villaggio di Husan, vicino a Betlemme

Articolo pubblicato su e tradotto in italiano da Al araby e tradotto in italiano dalla redazione di Bocche Scucite

Domenica 10 aprile una donna palestinese è stata uccisa dalle forze israeliane nella Cisgiordania occupata perché sembrava “sospetta” mentre camminava vicino a un checkpoint vicino a Betlemme.

La donna, identificata come Ghada Ibrahim Ali Sabateen, è stata vista tenere le mani sopra la testa mentre scappava dalle truppe che hanno aperto il fuoco contro di lei, come mostra un filmato dell’incidente.

La donna, madre di sei figli, era disarmata, secondo il portavoce delle forze israeliane, che ha affermato che aveva un aspetto “sospetto”.

Dopo averle sparato, le forze israeliane avrebbero somministrato il primo soccorso prima che un’auto privata palestinese la portasse di corsa al vicino ospedale governativo di Beit Jala.

Il personale dell’ospedale ha cercato di curare Sabateen, ma ha subito una ferita fatale a un’arteria della gamba perdendo molto sangue, secondo una dichiarazione del ministero della Sanità palestinese. In seguito è morta all’ospedale.

I media israeliani hanno tentato di collegare l’uccisione della madre a un fenomeno spurio di “suicidio da parte dei poliziotti”, asserendo che le donne palestinesi hanno “agito in modo sospetto o minaccioso con la speranza di essere uccise dalle truppe israeliane”.

Ghada Sabateen era vedova e lascia sei figli.

I gruppi per i diritti umani hanno ripetutamente criticato le forze israeliane per aver mostrato “spaventoso disprezzo per la vita umana” usando “forza letale sconsiderata e illegale” contro i palestinesi.

Amnesty International ha ripetutamente sollecitato la fine del “preoccupante aumento delle uccisioni illegali da parte delle forze israeliane, favorite da una cultura di impunità”.

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