Articolo pubblicato originariamente su We are not numbers. Traduzione a cura della redazione di Bocche Scucite
Foto di copertina: “La strada più bella del campo di Al-Nuseirat”. Foto: Hala Al-Khatib
Le strade, i muri, gli alberi: Parlano tutti, non con le parole, ma con i ricordi.
Quando si cammina per le strade della propria città, si possono trovare alcuni luoghi belli, altri poco attraenti o addirittura privi di significato. Ma per i gazesi non è così.
Ogni strada, ogni albero, ogni foto, persino i più piccoli pezzi di carta hanno un significato che va oltre la loro esistenza fisica. Sono più che semplici “cose”: hanno ricordi, emozioni e frammenti di vite intrecciate.
Ho pensato a questo mentre camminavo lungo la strada che porta alla casa della mia migliore amica Roaa. Una strada che, ogni volta che ci passavo davanti, mi costringeva a fermarmi per vederla. Bussavo alla sua porta e le chiedevo se voleva fare una passeggiata, e lei era sempre pronta.
Insieme, compravamo latte al cioccolato e passeggiavamo per Shari’ Al-Eshreen (20a strada), che porta alle nostre scuole. Ci scambiavamo storie, ridendo di ogni piccolo dettaglio, completamente perse nel calore della nostra amicizia.
Uno dei nostri momenti preferiti era quando passavamo davanti a un albero di gelsomino. La sua bellezza ci chiamava ogni volta. Raccoglievamo i fiori, ce li mettevamo in testa e scattavamo foto veloci, ridacchiando e correndo prima che qualcuno se ne accorgesse. Quel gelsomino non era solo un albero per noi; ci sembrava vivo, come se condividesse la nostra gioia e le nostre risate.
Ora l’albero si trova da solo in una zona pericolosa che non posso più raggiungere. A volte immagino che ci manchi, che si chieda dove siano finite le due ragazze che si incoronavano con i suoi fiori. Si sente vuoto come me?
Proprio come l’albero di gelsomino, molto di ciò che definiva quei giorni felici è ora fuori portata. La casa di Roaa, un tempo piena di calore e di vita, non esiste più: è stata distrutta da un attacco aereo e lei non è più qui. È stata martirizzata, lasciando dietro di sé ricordi che mi fanno male a ogni passo che faccio vicino a quella strada.
La casa di Roaa è stata per me più di una semplice casa; è stata un santuario di amore e gentilezza. Ogni volta che bussavo alla loro porta, sua nonna mi accoglieva con un caldo sorriso che sembrava un abbraccio per la mia anima. Mi chiedeva: “Come stai, figlia mia?”. Le sue parole gentili mi facevano sempre sentire parte della loro famiglia. Anche sua madre non mi lasciava mai andare via senza aver condiviso una tazza di tè. La casa era sempre piena di calore e di risate, di quelle che mi facevano dimenticare il mondo esterno.
Ora tutto questo non c’è più, lasciando dietro di sé un vuoto che le parole non possono descrivere. Quando passo di lì, il mio cuore batte forte. Chiudo gli occhi per un attimo, quasi aspettandomi di sentire di nuovo la sua voce: “Compriamo il latte al cioccolato e facciamo una passeggiata?”. Ma la voce non c’è più, sostituita da un silenzio che sembra più pesante delle macerie. Anche l’albero di gelsomino, quello che non riesco più a raggiungere ma che era la nostra piccola fuga, non è più lo stesso. Che senso ha raccogliere fiori di gelsomino senza Roaa accanto a me, senza la sua risata, senza la vita che portava in ogni momento?
Ricordo che una volta, mentre scorrevo Instagram, ho visto che un mio amico aveva postato di una strada vicina alla mia, dicendo: “La strada più bella del campo di Al-Nuseirat”. Mi sono fermata un attimo e ho pensato a tutto il dolore che questa strada porta con sé, che quelle alte mura nascondono dietro i colori allegri e i profumi dei fiori che sbocciano. La mia amica che ha postato non sapeva che i proprietari della casa da cui era affascinata avevano perso la famiglia della figlia e che quei muri stavano silenziosamente abbracciando il loro dolore.
Nello stesso momento in cui lei fotografava la casa, felicissima di aver finalmente trovato un posto bellissimo in mezzo a tutte quelle macerie, la famiglia stava vivendo i giorni più bui della loro vita, sperimentando un dolore così pesante che sarebbe rimasto per sempre impresso nel loro cuore. Non sapranno mai della gioia fugace che lei ha provato in quello stesso momento, né lei potrà mai immaginare la profondità del loro dolore.
A volte, lo stesso luogo può contenere due mondi completamente diversi, che esistono l’uno accanto all’altro, eppure così lontani.
Ognuno di noi porta con sé emozioni diverse e prospettive uniche di un luogo, a seconda dei ricordi e delle esperienze che vi abbiamo vissuto. Per una persona, un gelsomino è solo un albero. Per un altro, è un’intera vita, una vita che ora non c’è più.
A Gaza, le strade, i muri, gli alberi: Parlano tutti, non con le parole, ma con i ricordi. Ogni elemento di Gaza ha una storia, e ogni persona nel mezzo ha un ricordo legato ad esso. Queste storie sono intessute nel tessuto del luogo, ricordandoci che anche quando i luoghi cambiano, i ricordi rimangono.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…