tratto da: http://nena-news.it/sahel-onu-due-milioni-di-sfollati-situazione-al-limite/
23 gen 2021
L’Unhcr lancia l’allarme: il numero di Idps tra Mali, Niger, Burkina Faso e Ciad è quadruplicato dal 2019 a causa degli attacchi dei gruppi jihadisti a villaggi e piccole comunità. E la missione francese G5 Sahel non sembra riuscire a fermare le stragi
della redazione
Roma, 23 gennaio 2021, Nena News – Situazione al limite, intollerabile: così l’Unhcr – l’agenzia Onu per i rifugiati – ha descritto il numero crescente di sfollati nel Sahel a causa delle violenze interne e interregionali. Oltre due milioni di persone hanno dovuto lasciare le proprie case e i propri villaggi per spostarsi in altre zone dei rispettivi paesi, in Burkina Faso, Ciad, Mali e Niger.
A riferirlo è stato a Ginevra il portavoce di Unhcr, Boris Cheshirkov, che ieri a parlato di “violenza inarrestabile” e di un numero di sfollati interi quadruplicato rispetto al 2019, quando se ne contavano 490mila: “L’estrema vulnerabilità del Sahel è stata resa palese – ha detto – dall’impatto dello sfollamento forzato, causato da una violenza estesa e raccapricciante perpetrata da gruppi armati ribelli e gang criminali”.
I paesi coinvolti, ha aggiunto il portavoce, sono stati spesso costretti a chiudere scuole e ospedali, mentre i continui attacchi perpetrati nei villaggi hanno impoverito le campagne e i contadini, con un impatto ancora maggiore sulla vita dei civili. A poco sembra essere servita la missione G5 Sahel, coordinata dalla Francia, una missione interregionale e internazionale nata nel 2014 per la cooperazione alla sicurezza tra Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger. L’obiettivo era ed è combattere i gruppi islamisti attivi nella regione, dalla filiale di Al Qaeda Aqim a Boko Haram, passando per Mujwa e al-Mourabitoun.
Tra i paesi più colpiti c’è il Mali con 850mila sfollati interni. Ma sono burkinabè oltre la metà degli sfollati interni: proprio in Burkina Faso la situazione è peggiorata nelle ultime settimane con 11mila nuovi sfollati – per lo più donne e bambini – scappati dalla città settentrionale di Koumbri a causa degli attacchi jihadisti. Moltissimi di loro hanno raggiunto le comunità di Ouahigouya and Barga, dove sono stati accolti dalla popolazione ma molti vivono senza rifugio, all’addiaccio, a causa della mancanza di strutture adeguate.
Qui l’Unhcr sta costruendo un centinaio di strutture d’accoglienza e ha già distribuito coperte, prodotti per l’igiene e cibo, ma chiede l’intervento umanitario internazionale.
L’inizio dell’anno è stato segnato in Sahel da una serie di attacchi contro villaggi e contro le forze militari francesi. Il Niger, i primi di gennaio, è stato sconvolto dall’uccisione di 100 civili nelle comunità occidentali di Tchoma Bangou e Zaroumadareye, attaccati da miliziani jihadisti in motocicletta lo stesso giorno dell’ufficializzazione dei risultati del primo turno delle presidenziali (vinte con il 39% dall’ex ministro dell’interno Mohamed Bazoum).
Negli stessi giorni Boko Haram ha preso di mira il Mali e la missione francese Barkhane: due soldati uccisi da un’esplosione, che seguono ad altri tre militari morti il 28 dicembre. Nena News
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…
Fermate le guerre,le armi e le ingiustizie,creiamo un mondo più giusto con rispetto dell’ambiente e di ogni persona.