Netanyahu: «Pogrom come nel ’38». E ora vuole mandare il Mossad

Articolo pubblicato originariamente sul Manifesto. Foto di copertina: Il fermo immagine del video in cui i tifosi del Maccabi cantano «Morte agli arabi» – Ap

Di Chiara Cruciati

Olanda/Israele Le reazioni della politica e dei media alle violenze in Olanda, tra falsi ostaggi e «missioni di salvataggio» dell’esercito. Ma analisti e attivisti si ribellano: basta banalizzare la Shoah, «la narrativa israeliana arriva in Europa»

La «missione di salvataggio» annunciata ieri mattina dall’Home Front Command dell’esercito israeliano è stata cancellata nel pomeriggio: a riportare indietro centinaia di tifosi israeliani del Maccabi da Amsterdam è stata la compagnia civile di bandiera, la El Al, dopo il via libera dei rabbini capi David Yosef e Kalman Bar che hanno autorizzato a volare nonostante l’ingresso nelle ore di Shabbat. A ordinare la cancellazione della missione è stato l’ufficio del primo ministro.

GIÀ IL 5 NOVEMBRE Tel Aviv aveva pensato di mandarci il Mossad, in Olanda. Decisione sospesa, ora è tornata a galla: Netanyahu ha ordinato ai servizi segreti di preparare un piano di sicurezza per eventi calcistici all’estero. Non è chiaro che tipo di piani legittimi un’intelligence possa realizzare su suolo straniero senza il coinvolgimento delle autorità locali.

L’idea di una «missione di salvataggio» dà indietro il clima di militarizzazione del paese e dell’immediata narrazione politica e mediatica delle violenze olandesi. Il neo ministro della difesa, il falco Gideon Sa’ar con cui il premier Netanyahu si è sbarazzato del rivale Gallant, è subito partito per l’Olanda per contrastare «il nuovo antisemitismo (che) prende di mira Israele e il diritto di esistere e difendersi». Netanyahu, da parte sua, ha citato la notte dei cristalli di cui cade oggi l’86esimo anniversario: «Gli ebrei europei furono attaccati in Europa per il loro essere ebrei. Accade di nuovo», ha detto in riferimento ai pogrom nazisti in Germania, il 9 novembre 1938, che uccisero duemila persone e distrussero 500 sinagoghe e 7.500 negozi di proprietà di cittadini ebrei.

La stessa linea del presidente israeliano Isaac Herzog: «Ci siamo svegliati questa mattina con immagini scioccati che dal 7 ottobre 2023 non pensavano di dover vedere di nuovo», ha scritto su X parlando di «pogrom antisemita». Il riferimento al 7 ottobre è emerso in molti commenti ed editoriali, per toccare l’apice nella tarda mattinata quando le tv di tutto il mondo hanno ripreso le dichiarazioni di Tel Aviv e parlato di tifosi «ostaggi». Nessun «ostaggio», i tifosi sono stati tutti rintracciati, ma il parallelo è rimasto, dimenticando chi è prigioniero per davvero ed è stato abbandonato dal governo israeliano e dei reali obiettivi del genocidio in corso a Gaza.

ALLE REAZIONI della politica israeliana – dalla maggioranza di governo all’opposizione, almeno di facciata, di Naftali Bennett («pogrom pianificato e organizzato») a Yair Lapid («le scene di Amsterdam ci riportano ai giorni più bui dell’Europa») – hanno risposto sui social tanti israeliani e tanti ebrei, offesi da un paragone che sminuisce il 7 ottobre, ma soprattutto l’Olocausto e i secoli di persecuzione subiti dagli ebrei.

Tra loro Ofer Cassif, deputato alla Knesset del partito arabo-israeliano di sinistra Hadash: «Lo spirito del fascismo israeliano è arrivato ad Amsterdam: i tifosi si scatenano con violenza, picchiando, strappando bandiere palestinesi per le strade come se fossero una forza occupante e gridando slogan nazisti a favore dello sterminio di una nazione e lamentandosi quando…la violenza ritorna su di loro come un boomerang».

Il commentatore politico israeliano Ori Goldberg parla di «narrativa israeliana giunta in Europa»: «Fa parte della condizione israeliana in questo momento: un completo distacco tra azioni e conseguenze». L’attivista Omer Arvili su X condanna le violenze («nessuno dovrebbe essere picchiato mentre va a vedere una partita») e il loro racconto: «Il fatto che i media israeliani abbiano descritto l’incidente come un linciaggio antisemita, avulso da molti dei resoconti sulle gesta dei tifosi del Maccabi, è ingegneria mentale. L’importante è che si possa vendere agli israeliani “tutti sono antisemiti e nessun posto è sicuro”».

L’ANALISTA Yonatan Touval accusa Netanyahu di «banalizzare l’Olocausto. È il principale banalizzatore della memoria dell’Olocausto al mondo». Analisi, queste, che trovano riscontro nei commenti della politica europea, da Ursula von der Leyen a Marine Le Pen, a capo di un partito neofascista e con radici nella nazista Vichy che sfrutta il caso per attaccare «l’estrema sinistra corrotta dall’ideologia islamista», un’eco che risuonava ieri tra tutti gli esponenti dell’ultradestra europea. Intanto soldati israeliani a Gaza pubblicavano un video in cui dedicavano la distruzione di case palestinesi «a tutti i tifosi del Maccabi. Vi prenderemo tutti, figli di puttana».

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