Biennale di Venezia, “From Palestine with Art”, le opere di Nabil Anani

Articolo pubblicato originariamente dai Giovani Palestinesi d’Italia
In occasione de La Biennale di Venezia 2022, vista la presenza dell’esibizione collaterale palestinese a cura del @palestinemuseumeu, è nostra intenzione introdurvi e farvi conoscere gli/le artistə palestinesi che hanno esposto le loro opere all’interno della mostra “From Palestine with Art”. Tra gli/le artistə presenti quest’anno vogliamo parlarvi qui di @nabil.anani, pioniere nel movimento dell’arte moderna contemporanea araba e palestinese.
Nato nel 1943 a Latrun, nella Palestina occupata, Anani si è laureato presso il dipartimento di pittura ad olio della Facoltà di Belle Arti dell’Università di Alessandria nel 1969; al suo ritorno in Palestina, ha iniziato una carriera come artista e insegnante d’arte al college delle Nazioni Unite a Ramallah ed è stato uno dei fondatori dell’Associazione palestinese per l’Arte Moderna, di cui tutt’ora è membro.
Artista poliedrico, Anani ha sempre aderito alla causa palestinese in termini di idee, atteggiamenti e sogni, trascendendo le differenze politiche e divisioni interne.
La terra è l’elemento più importante nell’immaginazione dell’artista in quanto incisa nella coscienza collettiva araba e palestinese, in paesaggi da sogno che si possono trovare solo in una Palestina idealmente libera dall’occupazione.
Lo scenario degli uliveti che si estendono all’orizzonte attraverso il paesaggio palestinese riflette la natura robusta di questa pianta che rimane radicata alla terra nonostante le avversità. Anani inoltre usa corpi femminili per enfatizzare la connotazione di “patria”, sottolineando la bellezza della terra e l’importanza del legame con la natura.
Vi invitiamo a recarvi a Palazzo Mora, sede dell’esibizione, per la visita guidata, supportando di persona l’opera di questə artistə palestinesi, le loro storie e il loro contributo alla Lotta. Supportare la resistenza culturale, in qualsiasi sua forma e in qualsiasi luogo essa si realizza, significa tutelare l’identità palestinese minacciata da sempre dal tentativo sionista di pulizia etnica.
Grazie a @movna.a per l’articolo e a @drew_ric per la grafica

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