Impunità all’assassino di Qusai

Articolo pubblicato originariamente da Breaking the Silence e tradotto dall’inglese dalla redazione di Bocche Scucite

Impunità.
Sembra che Elisha Yered, uno dei coloni sospettati dell’uccisione di Qousai Matan a Burqa lo scorso fine settimana, sarà rilasciato agli arresti domiciliari dopo che il giudice ha citato prove insufficienti.
Questo è in linea con la storia dei coloni violenti che vengono scusati per i loro crimini impuniti. Uno studio del 2022 dell’organizzazione per i diritti umani Yesh Din ha rilevato che il 93% dei casi di violenza dei coloni verificati tra il 2005 e il 2022 sono stati archiviati senza un’incriminazione; solo il 3% delle indagini su reati ideologici commessi da israeliani contro palestinesi ha portato a una condanna.
Impunità significa che ci possono essere prove serie e considerevoli contro un colpevole e non c’è un vero seguito nella ricerca della giustizia. Si pensi al caso di Ali Harev, un palestinese accoltellato da un colono lo scorso anno. Alon Sapir, avvocato per i diritti umani, ha spiegato che il caso è stato abbandonato nonostante le prove fossero ovunque.

A suo dire, le possibilità di prova erano ampie, anche se le indagini non le hanno raccolte:
→ L’accoltellatore ha invocato la legittima difesa, anche se era arrivato su un terreno privato palestinese senza essere provocato.
→ Le testimonianze dei palestinesi presenti sulla scena non sono state prese in considerazione.
→ La polizia non ha nemmeno chiesto il rapporto dell’autopsia, anche se l’autopsia conteneva informazioni che dimostravano l’intenzionalità della ferita.

Nel frattempo, Elisha Yered sembra essere lasciato in pace. E non si tratta di un colono a caso: fino al mese scorso era il portavoce di uno dei deputati di Potere ebraico alla Knesset. Potere Ebraico è il partito del Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, che si dà il caso sia ora al comando della polizia. Ben Gvir ha chiarito la sua posizione sull’omicidio: “La mia politica è chiara. Chiunque si difenda dal lancio di pietre dovrebbe ricevere una medaglia d’onore”.
Con una lunga storia di impunità virtuale e l’ovvio sostegno politico dall’alto, non c’è da stupirsi che Yered possa essere visto in questi giorni in tribunale con un grande sorriso sul volto. Il messaggio inviato ai coloni violenti è chiaro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *