tratto da: https://www.huffingtonpost.it/entry/leredita-di-trump-due-impeachment-uninsurrezione-fiumi-di-bugie_it_6006b323c5b62c0057c012be?utm_hp_ref=it-esteri
20/01/2021 13:21
Donald Trump ha definito ogni sua azione, dall’elezione agli accordi commerciali, “storica”. Ma i suoi ultimi mesi di mandato lo smentiscono
di S.V. Date, Senior White House Correspondent, HuffPost
WASHINGTON – Sono passati centosessanta anni da quando il primo presidente repubblicano si vide costretto a reprimere un’insurrezione violenta contro gli Stati Uniti, e oggi il diciannovesimo presidente di quello stesso partito sta per lasciare la carica dopo aver incoraggiato una rivolta.
Donald Trump ha intenzione di lasciare la Casa Bianca per l’ultima volta questa mattina, 78 giorni dopo essere diventato il quarto presidente in carica, nell’arco di un secolo, a perdere una rielezione, e sette giorni dopo essere diventato il primo presidente messo sotto impeachment per ben due volte.
A mezzogiorno il democratico Joe Biden presterà giuramento, diventando presidente e comandante in capo degli Stati Uniti, e lasciando Trump improvvisamente esposto a responsabilità giuridiche sia civili sia penali, da cui la carica ricoperta lo ha protetto per quattro anni.
Trump si ritroverà ad affrontare cause intentate dalle donne che lo accusano di molestie sessuali, compreso lo stupro; indagini penali da parte di procuratori sia federali che statali a New York; un processo di impeachment al Senato che potrebbe impedirgli di ricoprire ancora incarichi federali; e, potenzialmente, denunce sia civili che penali per i ripetuti tentativi di seminare il caos al Campidoglio allo scopo di impedire la ratifica della vittoria di Biden alle elezioni 2020. I disordini del 6 gennaio, che Trump ha incoraggiato con un raduno nei pressi della Casa Bianca, sono sfociati nella violenza e culminati con la morte di un agente di polizia e quattro sostenitori di Trump. Un secondo agente si è suicidato alcuni giorni dopo.
“È certo che Trump non riceverà il Nobel per la Pace, ma adesso entrerà anche nel Guinness dei Primati come unico presidente finito sotto impeachment per ben due volte”, ha dichiarato Michael Cohen, ex-avvocato di Trump, che ha scontato una pena in una prigione federale per aver comprato il silenzio di due donne coinvolte in relazioni extraconiugali con l’ex presidente. “Congratulazioni, Donald, e buona fortuna per le tue future imprese”.
Il primo impeachment risale a circa un anno fa, invocato in seguito ai tentativi da parte dell’allora presidente di corrompere il nuovo leader ucraino al fine di diffamare pubblicamente Biden (già temuto da Trump all’inizio del 2019, in quanto avversario democratico con le più alte probabilità di batterlo).
“L’eredità di Trump includerà: l’amministrazione più corrotta nella storia americana, un massiccio trasferimento di decisioni politiche alle società di capitali, un razzismo e una xenofobia anti-immigrati mai così palesi e aggressivi in qualsiasi altra amministrazione dei nostri giorni; incompetenza, crudeltà e insensibilità senza precedenti dimostrate nella cattiva gestione della pandemia, nonché una netta accelerata verso la catastrofe climatica globale proprio nel momento in cui il mondo aveva bisogno che gli Stati Uniti ponessero un freno alla dipendenza da combustibili fossili ”, afferma Robert Weissman, presidente del gruppo liberale Public Citizen. “C’è una lunga lista di ‘traguardi’, che va ben oltre questi momenti bui”.
Un’eredità di bugie
Mentre Trump sostiene di aver fatto più di qualsiasi altro presidente – “In meno di due anni, la mia amministrazione ha ottenuto più di quasi tutte le altre amministrazioni nella storia del nostro paese”, dichiarò alle Nazioni Unite a soli 20 mesi dall’inizio del suo mandato – in realtà, il suo portfolio di successi politici è il più scarno della recente storia presidenziale.
Se i repubblicani dell’establishment sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi decennali che prevedevano consistenti tagli fiscali, la riduzione delle norme di protezione ambientale e di quelle relative alla sicurezza sul lavoro, e la nomina di più di 200 giudici pro-imprese alla corte federale, Trump ha spuntato pochissime voci dall’agenda presentata all’inizio della campagna presidenziale del 2016.
Ha promesso di rinegoziare il North American Free Trade Agreement (accordo nordamericano di libero scambio) a beneficio dei lavoratori americani. Invece, l’accordo è stato ribattezzato United States-Mexico-Canada Agreement ma, nella sostanza, rimane identico in termini funzionali, se si escludono alcune leggere modifiche rubate direttamente alla Trans-Pacific Partnership – un altro patto commerciale da cui Trump si è ritirato, per poi definirlo il peggior accordo di sempre.
Ha promesso massicci sgravi fiscali per il ceto medio, invece ha acconsentito a un piano proposto dai leader Repubblicani del Congresso e da cui hanno tratto vantaggio soprattutto i più ricchi. Pur avendo promesso di nuovo dei tagli fiscali, in vista delle elezioni di metà mandato nel 2018, Trump non ha fatto nulla per renderli effettivi.
Esiti non dissimili anche se guardiamo al piano di sviluppo infrastrutturale per la ricostruzione di autostrade, ponti e aeroporti e al piano di assistenza sanitaria che avrebbe dovuto rimpiazzare l’Affordable Care Act: Trump ha più volte promesso l’approvazione di queste proposte “straordinarie”, ma poi non si è mai pronunciato in merito.
La creazione di una “Space Force”, ritenuta da Trump uno dei suoi più grandi risultati, altro non è stata che una ridenominazione burocratica dell’Air Force’s Space Command, che esisteva dalla presidenza Reagan, senza alcun cambiamento negli obiettivi o nel personale. I democratici, tuttavia, sono riusciti a barattare quella presunta “vittoria” di Trump con il congedo parentale retribuito per i funzionari federali, una loro priorità da tempo.
Passando alla politica estera, Trump aveva preannunciato il “pugno duro” con la Cina per aiutare i produttori statunitensi. Invece, ha dichiarato una futile guerra commerciale che ha devastato sia gli agricoltori che i produttori americani, danneggiando anche i consumatori con l’aumento dei prezzi – e nel frattempo ha chiuso un occhio davanti alle crescenti violazioni dei diritti umani da parte della Cina contro la minoranza musulmana e all’adozione di misure sempre più totalitarie nei confronti dei cittadini cinesi.
Ha dichiarato di voler neutralizzare la minaccia rappresentata dalla Corea del Nord e dalle sue armi nucleari, ma alla fine non ha fatto nulla – se non scambiarsi “lettere d’amore” col dittatore Kim Jong Un. Per quanto riguarda l’Europa occidentale, Trump ha accusato gli alleati storici di voler “fregare” gli Stati Uniti attraverso l’alleanza militare NATO e le politiche commerciali dell’Unione Europea. Queste accuse hanno messo a dura prova le relazioni diplomatiche, a vantaggio del dittatore russo Vladimir Putin, che da tempo cercava di seminare discordia tra gli alleati transatlantici e che ha aiutato Trump a vincere le elezioni del 2016.
Persino la sua promessa più tristemente famosa, la costruzione di un enorme muro lungo il confine meridionale degli Stati Uniti la cui realizzazione sarebbe stata pagata dal Messico, è stata un fiasco. Dopo quattro anni, è riuscito a costruire solo 128 chilometri circa di recinzione in acciaio in aree dove non esisteva alcuna barriera, utilizzando i soldi che ha saccheggiato dal budget stabilito dal Pentagono per i lavori edili e destinato, tra le altre cose, anche a scuole e ad abitazioni per le famiglie di militari. Il Messico non ha pagato nulla.
Eppure, su questa e su molte altre questioni, Trump ha continuato a rivendicare successi schiaccianti, rilasciando dichiarazioni in totale disaccordo con la realtà dei fatti – bugie poi amplificate dagli stessi alleati di Trump.
Questo, come affermato da Mac Stipanovich (da anni consulente repubblicano della Florida) si è rivelato forse l’unico punto utile dell’eredità di Trump: “Rovinare la reputazione di persone che, altrimenti, avrebbero portato avanti la propria carriera politica, mentre l’entità del loro fallimento morale non sarebbe mai venuta a galla”, ha detto Stipanovich, citando come esempi Bill Barr, Mike Pompeo, Lindsey Graham”.
Nessuna intenzione di sparire
Nonostante la mancata ottemperanza alle promesse fatte, nonostante una risposta fallimentare al coronavirus, iniziata con mesi di negazioni, nonostante decine di migliaia di bugie sui più svariati argomenti, e dopo aver intascato diversi milioni di dollari da lobbisti nazionali e stranieri, donatori repubblicani grandi e piccoli e contribuenti americani durante i suoi quattro anni in carica, Trump ha comunque ricevuto quasi 11 milioni di voti in più nel 2020 rispetto al 2016.
“74 milioni di americani sanno benissimo chi è Donald Trump e hanno comunque votato per lui”, ha affermato un ex funzionario della Casa Bianca che preferisce restare anonimo.
Nei giorni successivi alla sconfitta elettorale del 3 novembre, Trump ha iniziato a sfruttare la sua popolarità per raccogliere milioni di dollari, prima con l’obiettivo strombazzato di contestare la decisione degli elettori, poi con il pretesto di sostenere i candidati repubblicani in due ballottaggi per il Senato. Ma, in realtà, può utilizzare i proventi del “leadership PAC” da lui creato per quasi tutto ciò che vuole, compreso pagarsi uno stipendio a otto cifre. Alla fine, non ha speso nulla per i ballottaggi in Georgia. Trump ha anche giurato di rimanere impegnato nella politica repubblicana, attaccando i funzionari in carica che non gli hanno dimostrato sufficiente lealtà e, inoltre, ha accennato a una sua intenzione di correre per la Casa Bianca fra quattro anni.
Queste minacce hanno messo a tacere le critiche da parte dei repubblicani sin dal giorno delle elezioni. Un recente sondaggio Axios-Ipsos ha indicato che, persino dopo aver saputo che Trump aveva incoraggiato l’attacco al Campidoglio, il 64% dei repubblicani ha dichiarato di appoggiare il suo recente comportamento, mentre il 57% vorrebbe vederlo come candidato nel 2024. Di fatto, nella procedura di impeachment alla Camera a una settimana dall’attacco al Campidoglio, solo 10 dei 211 deputati repubblicani hanno votato, insieme ai democratici, a favore della mozione.
Durante un’assemblea del Comitato nazionale repubblicano ad Amelia Island, in Florida, Trump ha convocato una riunione mattutina, all’indomani delle violenze che aveva incoraggiato. “Molti membri sono rimasti in silenzio, mentre altri lo hanno acclamato”, ha detto un membro che preferisce rimanere anonimo. “Diversi esponenti del comitato erano riluttanti all’idea di pronunciarsi”.
Eppure, il bisogno disperato di rimanere aggrappato al potere, anche a condizione di fare a pezzi la Costituzione e mettere in pericolo la vita del suo stesso vice e di centinaia di deputati, potrebbe mettere fine alla carriera politica di Trump. Sebbene sia ancora popolare tra i Repubblicani, l’appoggio su cui può contare è ai minimi termini, mentre il favore degli elettori indipendenti è crollato.
Se un numero sufficiente di senatori repubblicani dovesse votare con i democratici per raggiungere la maggioranza dei due terzi, necessaria per la condanna nel secondo processo di impeachment, un successivo voto a maggioranza semplice al Senato potrebbe impedirgli di rivestire qualsiasi carica federale per il resto della vita.
E anche se la votazione per la condanna dovesse dare esito negativo, ha dichiarato l’ex funzionario della Casa Bianca, è molto probabile che Trump farà sempre parte del bruciante ricordo dell’insurrezione, man mano che emergono altri dettagli e proseguono le azioni penali in tribunale. “Perché sarà ritenuto responsabile”, conclude il funzionario. “Sarà ritenuto responsabile degli eventi del 6 gennaio per sempre”.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…