Articolo originariamente pubblicato su Infopal
Secondo la Palestine Prisoner Society (PPS), “più di 4500 combattenti per la libertà palestinesi imprigionati in Israele hanno iniziato oggi, lunedì, una serie di misure di protesta contro i servizi penitenziari israeliani (IPS) che influiscono sulla loro vita quotidiana nelle carceri”.
La PPS ha dichiarato che i prigionieri hanno iniziato le loro proteste rifiutandosi di partecipare ai controlli di sicurezza di lunedì e di restituire i pasti il mercoledì. Tra due settimane, hanno in programma di entrare in sciopero della fame.
Il comitato dei prigionieri, che rappresenta tutte le fazioni, ha deciso di intraprendere le iniziative di protesta dopo che l’IPS ha rinnegato le intese raggiunte con i prigionieri a marzo e ha detto ai combattenti per la libertà, che scontano l’ergastolo, che inizierà a rendere loro la vita più difficile trasferendoli costantemente di cella, sezione e carcere.
La PPS ha affermato che tale misura è, principalmente, ciò che ha spinto i prigionieri a riprendere i loro passi di protesta in quanto influisce sulla loro stabilità, in particolare per quelli che scontano lunghi periodi di carcere.
Attualmente ci sono 4500 combattenti per la libertà palestinesi incarcerati nelle prigioni israeliane, tra cui 31 donne, 175 minori e 700 detenuti in detenzione amministrativa.
[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."