tratto da: https://www.remocontro.it/2021/01/13/una-settimana-a-biden-festa-blindata-il-pentagono-e-il-nuovo-comandante-in-capo/
Remocontro 13 Gennaio 2021
Allarmi dall’Fbi, e la cerimonia d’insediamento del nuovo presidente diventa evento blindato. Pentagono: «Il presidente eletto sarà il prossimo comandante-in-capo». L’ovvio che già a doverlo ricordare, fa un po’ paura in un Paese agitato da molti allarmi su una possibile seconda ondata di violenze insurrezionali. Mike Pompeo costretto ad annullare l’ultimo viaggio in Europa perché gli alleati considerano l’amministrazione uscente delegittimata

Peggio di Trump il trumpismo
«Joint Chiefs of Staff», i capi di stato maggiore di tutte le forze armate Usa che diffondono un comunicato di condanna dell’attacco al Congresso, e vi hanno aggiunto la conferma esplicita e solenne che «Joe Biden sarà il prossimo Commander-in-Chief». Bello. Ma serviva dirlo? Da avere un po’ di paura. Decisamente inusuale che i vertici militari ritengano di dover sottolineare che il passaggio delle consegne ci sarà e che loro già si preparano a obbedire al prossimo capo dell’esecutivo. Ed ecco che il pronunciamento del Pentagono entra nel contesto di un paese agitato da molti allarmi su una possibile seconda ondata di violenze insurrezionali. E questo, visto che parliamo della superpotenza planetaria in grado di annichilire il mondo in un’unica nube nucleare, fa davvero paura.
Le forza armate garanti
«I militari vogliono sia chiaro a tutti da quale parte stanno», traducono da Washington. In casa, ma anche all’estero, con un presidente nuovamente sotto impeachment. Ed accade mentre l’Fbi e l’intelligence confermano l’esistenza di progetti per attacchi in tutta l’Americada parte di milizie di destra decise fino all’ultimo a contrastare il passaggio dei poteri a Joe Biden. A creare la transizione più turbolenta nella recente storia americana, con problemi per la sicurezza nazionale. Sovversivi in casa, nemici esterni, e alleati diffidenti che preferiscono prendere le distanze. Ed il segretario di Stato Mike Pompeo annullare il suo viaggio in Europa per stare con Trump a Washington. «La vera ragione –secondo Rampini- è che gli alleati considerano ormai questa Amministrazione delegittimata, e preferiscono trattare con Biden dopo l’Inauguration Day del 20 gennaio».
Segnale e donne e uomini in divisa
Il trumpismo eversivo che ha contaminato lo Stato. Le forze di polizia al centro di accuse gravi, vuoi sia stata impreparazione, vuoi, peggio, complicità, con episodi di collusione con i manifestanti pro-Trump. Da ricordare che una delle 5 vittime dell’assalto a Capitol Hill, era una veterana dall’aeronautica. Quindi, dai vertici militari, anche un segnale in casa, alla propria base, per prevenire tra il personale militare, azioni o solidarietà verso le milizie di destra come quelli ormai documentati tra i poliziotti. Contro gli stessi capi della forza armate, ancora irrisolta la questione dei ritardi nello schierare la Guardia Nazionale, il 6 gennaio Washington, in quale punto della catena di comando sia stato rallentato l’invio dei rinforzi richiesti dal Congresso assediato.
Contro l’insediamento e quelli contro i contro
Le milizie di ultradestra sperano di segnare la giornata dell’insediamento di Biden in disordini diffusi. La sindaca di Washington, Muriel Bowser, ha invitato i curiosi a restare a casa. «Anche perché fra i piani dell’ultradestra, che ha indetto quella che chiamano “Million Militia March” –scrive Anna Lombardi su Repubblica-, c’è l’idea di formare un perimetro intorno al Mall per bloccare l’ingresso dei democratici, “uccidendoli se necessario”, scrivono nei comunicati». Ma la cerimonia si terrà, come sempre, sulla scalinata del Congresso alla presenza degli ex presidenti Barack Obama, George W. Bush e Bill Clinton a dimostrare unione bipartisan. Presenta anche il vice di Trump Pence, a segnare le distanze assente, e forse la stessa figlia, Ivanka Trump, mossa da ambizioni politiche che non vuole far travolgere dal suicidio politico del padre.
Una settimana da Biden, festa blindata, il Pentagono e il nuovo ‘Comandante in capo’
[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."