La riviera del Medio Oriente

Articolo pubblicato originariamente come post sulla pagina FB di Paola Caridi

Di Paola Caridi

Trump insiste ancora una volta che i palestinesi se ne devono andare da Gaza. Non hanno alternative se non quella di lasciare Gaza e possono risistemarsi, spostarsi, trasferirsi in Giordania e in Egitto. Deportazione. Si chiama deportazione e, dall’altra prospettiva – quella israeliana – è la realizzazione della pulizia etnica di cui ha scritto Ilan Pappè già tanti anni fa, riferendosi a quella del 1948. Come fossero dei pacchi. Persone come fossero dei pacchi. Due milioni di oggetti spostati su una scacchiera: così sono trattati i palestinesi. Così, lontano da Gaza, si programma e s’organizza, come se non vi fossero un’etica, delle precise responsabilità (anche giudiziarie), e degli atti da compiere. Nessuna idea che i due milioni di palestinesi, oltre a essere vivi e sopravvissuti, siano in sé stessi (fuori dalle fazioni palestinesi) un vero e proprio soggetto politico, proprio per il ‘banale’ fatto di esistere.
Non è solo un’idea nata in un contesto, come quello del potere Trump-Musk, in cui il legame con i dati di realtà è saltato a favore di un senso della forza e della forza dei soldi spacciato per una ipermodernità cinica ed efficiente che ragiona in fretta. Una ipermodernità presunta che non ha bisogno di democrazia e la trova, anzi, d’intralcio.
E’ anche un’idea vecchia, così terribilmente vecchia che pensa che il mondo sia ancora quello in cui, colonialismi ancora vigorosi, si potevano spostare centinaia di migliaia di persone, anche in Europa, perché lo si era deciso a tavolino. Il 1945 è lontano, lontano molto più di quanto lo sia Marte. Magari non sarà meglio, questo che è diventato in tutto e per tutto un mondo di merda [cit.], ma di certo è anni luce diverso dal 1945. Non comprendere questo, vuol dire condurre tutti verso un cataclisma i cui contorni non possiamo nemmeno immaginare.
La prima reazione (alle 4.40 di notte ora di Ryadh) da parte saudita, attraverso un comunicato ufficiale del ministero degli esteri: nessun rapporto con Israele prima dell’istituzione dello Stato di Palestina sui confini del 1967 con Gerusalemme est come sua capitale.

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