Voci da Gaza: giorno 102

Centoduesimo giorno della guerra a Gaza, 16 gennaio 2024

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e aggressione

La dura notte dell’aggressione sionista è passata, e passerà anche un altro giorno, nonostante la sua durezza

Il raid notturno nel vicolo vicino ha generato terrore e panico tra gli abitanti del quartiere e ha riportato me, così come altri, ai primi giorni dell’aggressione, quando i raid aerei sionisti avvenivano in tutte le direzioni senza pietà, causando massicce distruzioni mostrate su tutti i canali di notizie.

Oggi, dopo più di 100 giorni e dopo che le persone hanno riposto grandi speranze nella fine di questa aggressione, poiché coloro che hanno potuto tornare alle loro case, comprese quelle semidistrutte, hanno iniziato a pianificare come ricostruirle, le loro speranze sono svanite con la ripresa di questa brutale aggressione con tutti i mezzi micidiali e distruttivi: attraverso aerei, artiglieria terrestre e marittima. L’esercito sionista ha effettuato bombardamenti di notte verso le case di alcuni cittadini, oppure loro assembramenti durante il giorno, sia che fossero in fila per prendere un litro di acqua potabile, oppure radunati in un punto dotato di rete Internet mentre telefonavano ai propri cari, passavano in macchina o addirittura per strada, oppure mentre cercavano semplicemente di respirare l’aria di mare.

Lo scopo di queste operazioni militari sioniste è suscitare panico e paura tra la gente, ricordare loro che l’aggressione non è finita, causare più martiri, distruggere più case e forzare più persone a spostarsi ,in questo freddo pungente, da un luogo all’altro in cerca di sicurezza per sfuggire alla morte.

Per quanto riguarda me e le persone con me, non crediamo che l’aggressione cesserà, soprattutto perché continuano le operazioni militari in tutte le aree della Striscia di Gaza: nuovi bombardamenti su Jabalia e Beit Lahia nel nord, il riposizionamento dell’esercito di occupazione nel nord di Gaza City e la ripresa del bombardamento diretto da due giorni e a cento giorni dopo l’inizio della brutale aggressione.

Vediamo anche che il governo di guerra sionista, finché sarà sostenuto dalle maggiori potenze coloniali (America, paesi europei e Gran Bretagna), continuerà la sua feroce vendetta in risposta allo schiaffo ricevuto il 7 ottobre scorso, continuando i suoi tentativi falliti e disperati di recuperare i prigionieri detenuti a Gaza, soprattutto da quando i leader sionisti hanno appreso che le loro incursioni avevano portato alla morte di molti prigionieri, e allo stesso tempo le fazioni della resistenza non hanno smesso di difendere la popolazione della Striscia di Gaza e di rispondere, lanciando razzi dall’interno delle aree che l’occupazione afferma di controllare.

Mentre questo giorno trascorre come tutti gli altri, ci muoviamo con cautela per garantire il più possibile il nostro fabbisogno di cibo e acqua, sufficienti per un periodo relativamente lungo a titolo precauzionale, poiché temiamo l’escalation delle operazioni militari, che potrebbero metterci in difficoltà e nuovamente nello stato d’assedio.
Naturalmente, le scorte base di prime necessità per continuare a vivere si stanno esaurendo a causa della chiusura dei valichi di Gaza City e del fatto che non è consentito l’ingresso di farina, carburante e altri generi alimentari.

Avrete sicuramente visto come da qualche tempo le persone sono ricorse all’uso di legna da ardere, scatole di cartone e carbone per accendere il fuoco per cucinare e cuocere al forno e far bollire l’acqua per lavarsi a causa dell’esaurimento del gas da cucina. Anche oggi le persone non hanno più la possibilità di procurarsi facilmente il grano o la farina.

Quanto a noi, anche noi eravamo impegnati in queste circostanze a purificare il grano che avevamo la possibilità di acquistare a caro prezzo, e oggi abbiamo cominciato anche ad utilizzare un fornello ad alcool per riscaldare l’acqua del bagno. La necessità ci spinge a ricorrere a tutti i mezzi per continuare a non perdere la speranza nella vita e a sfidare l’impotenza, la paura, questa aggressione e tutti coloro che la sostengono.

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