Voci da Gaza: giorno 157

Centocinquantasettesimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 11 marzo 2024

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e aggressione

Il primo giorno del Ramadan, l’aggressione sionista continua, uccidendo, distruggendo e facendo morire di fame, e non c’è modo di fermarla.

Ancora una volta, le speranze di noi assediati della Striscia di Gaza di fermare l’aggressione sionista, sono state deluse. L’aggressione continua ancora in tutte le zone, dal nord a Khan Yunis, oltre al perdurare della minaccia contro Rafah, agli attacchi aerei contro obiettivi specifici a Gaza City e la caduta di altre martiri, uomini, donne e bambini, e dei feriti.

Le speranze della gente sono svanite, soprattutto a Gaza City e nel suo nord, a causa della violazione delle promesse secondo cui i panifici avrebbero funzionato e fornito il pane al prezzo originale con l’inizio del mese di Ramadan.

Le speranze della gente sono svanite anche dalle promesse di facilitare l’accesso agli aiuti alimentari per soddisfare i bisogni di beni di prima necessità, che mancano sui mercati. Si è diffusa la notizia dell’apertura di una via navigabile che collega Cipro a Gaza per fornire prodotti alimentari di prima necessità dall’America a persone sotto l’assedio sionista, che continua a ostacolare l’ingresso di forniture alimentari. E anche se arrivassero effettivamente a noi, l’esercito sionista impederebbe alle persone di ottenerli sparandogli, come è accaduto nel massacro della farina di Al-Rashid Street a ovest di Gaza City o sulla rotatoria del Kuwait a sud.

Le speranze delle persone vengono ancora una volta deluse nell’ottenere gli aiuti lanciati dagli aerei, perché non necessariamente arrivano in base alle zone su cui vengono lanciati, ma i paracaduti atterrano in zone lontane, come i terreni agricoli demoliti dalle ruspe nel nord, costringendo le persone a percorrere lunghe e pericolose distanze per raggiungerle, salvo poi trovare pasti che non soddisfano la fame di un individuo. Oppure pacchi con scatole contenenti materiali vari, il che significa che appartengono ad un gruppo specifico di individui, il che ha sollevato problemi e conflitti tra le persone per il tipo di materiali sbarcati nella zona.

Ad esempio, quando una grande scatola è piena di assorbenti da donna, un’altra scatola contiene buste asciutte per cappuccino, e un’altra contiene diversi chili di farina. Questa situazione crea forti conflitti tra le persone, perché la realtà dei fatti è che tutti vogliono la farina, e quello che ne viene fuori non basta distribuirlo a tutti nel quartiere, ed è stato strano che invece abbiano trovato le buste dei cappuccini, e quel che è peggio è che alcuni paracaduti non si sono aperti e le scatole sono cadute sulle persone, causando la morte in un’occasione di due bambini.

Anche le speranze della gente per la sicurezza e l’incolumità sono svanite, poiché speravano che l’aggressione finisse e che la polizia tornasse a prendere il controllo e ad affrontare il caos di sicurezza causato dalle bande assoldate dall’occupazione e dai ladri che diffondono il caos. Uno dei miei colleghi mi ha raccontato di aver visto con i suoi occhi sei persone armate di coltelli, e di come hanno inseguito uno dei giovani che trasportava dieci chili di farina, minacciandolo di ucciderlo se non avesse consegnato quello che portava e che, nonostante abbia obbedito, lo hanno picchiato duramente.

Non sappiamo per quanto tempo continueranno le delusioni, poiché le notizie non preannunciano alcun accordo a breve per fermare questa insidiosa aggressione, e la vita delle persone dipende da semplici desideri che si dissolvono in un istante.

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