Novantasettesimo giorno del secondo anno di guerra genocida contro Gaza, 10 gennaio 2025
La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e assedio
Un nuovo anno e i nostri desideri sono gli stessi di quello precedente: che la pioggia e la guerra finiscano!
Con l’avvento del nuovo anno, i desideri della gente della Striscia di Gaza spaziano dal non annegare sotto la pioggia, al non morire di freddo e al non annegare nel fango dopo che le forti inondazioni hanno spazzato via la sabbia e scavato trincee in quelle che metaforicamente vengono chiamate strade…
Il desiderio più importante, prima di tutto, è che le uccisioni e la guerra genocida che dura da oltre 15 mesi finisca. Le persone pregano Dio per un nuovo anno sicuro. Noi, coloro che sono ancora vivi nella Striscia di Gaza assediata, speriamo ogni giorno di rimanere sani e salvi. Non sappiamo chi di noi verrà ucciso domani o tra un po’, chi rimarrà vivo, sano e salvo, chi verrà ferito o diventerà disabile, ma sappiamo che almeno ci stiamo provando di restare saldi psicologicamente per superare questa prova, e per far sì che questa aggressione sionista-americana finisca senza perdere i nostri nervi e le nostre anime.
Ho trascorso i primi giorni di quest’anno, come forse tanti altri, a raccogliermi e a organizzare i miei pensieri, ma purtroppo non sono riuscita a pianificare la mia agenda annuale, così come è successo all’inizio dell’anno precedente, poiché i suoi eventi si ripetono ancora davanti ai miei occhi; il tempo trascorso correndo da un posto all’altro, come gli altri a Gaza City, cercando un po’ di sicurezza e sforzandomi di guadagnare il pane quotidiano per me e quelli di chi vivono con me. Ho riflettuto su quanto velocemente fosse passato l’anno, come non fosse stato possibile pianificarlo e come il desiderio che avevo espresso, lo stesso di tutti gli altri, non si fosse avverato: la fine di questa odiosa aggressione sionista.
Mi sono ricordata di come ero solita rispondere a mia figlia, ai miei amici e ai miei parenti che vivono fuori dalla Palestina, che li avrei visitati prima che il mio visto per l’Europa scadesse nel terzo mese dell’anno successivo, ed ecco che l’anno è iniziato, i giorni stanno correndo velocemente e non sono stata in grado di mantenere le promesse che avevo fatto loro.
Quanto è doloroso vedere rubato un anno intero della nostra vita, mentre da una parte sentiamo il nostro corpo e dall’altra parliamo a noi stessi, così che il nostro più grande desiderio quotidiano diventa quello di restare vivi, ed essere felici il giorno dopo perché stiamo ancora respirando e vedendo, e il desiderio si ripete la notte successiva e quella ancora dopo, e così via.
Nella mia mente riaffiorano rapidamente i ricordi dell’anno precedente, e mi tornano in mente gli eventi e le scene degli atroci crimini dell’occupazione sionista. Le immagini dei martiri, uomini, donne e bambini, o ciò che resta dei loro corpi, appaiono davanti alla mia immaginazione e difficilmente la abbandonano, e le confessioni dei miei amici, uomini e donne, sul loro dolore e la loro sofferenza nei luoghi di sfollamento mi addolorano. Poi però mi ricordo che, nonostante tutti i sentimenti di oppressione per le loro case annientate, tutti sognano ancora di ritornare, anche per piantare tende sulle rovine delle loro case.
E i giorni passano uno dopo l’altro, e con loro le speranze di successo dei negoziati evaporano, poiché non si registrano progressi evidenti nel raggiungimento di un accordo per fermare il genocidio. Anzi, le uccisioni continuano e decine di persone vengono trucidate ogni giorno in una guerra di logoramento che non sembra destinata a concludersi nel prossimo futuro.
Tra la speranza e la realtà che la corrode, le persone cercano di adattarsi all’amarezza e, senza accorgersene, i loro desideri gradualmente si affievoliscono fino a ridursi alla semplice speranza di ottenere una cassetta di pronto soccorso o un cesto di verdura o frutta, e tutti annegano nella febbre del pensiero e le risposte a molte domande su cosa accadrà il giorno dopo se la guerra finirà restano sospese.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…