“La discriminazione contro i palestinesi è palese e sistemica”, afferma il Comitato centrale del Consiglio mondiale delle Chiese.

Articolo originariamente pubblicato su Mondoweiss e tradotto dall’inglese dalla redazione di Bocche Scucite

SOLDATI ISRAELIANI AFFRONTANO ATTIVISTI PALESTINESI DURANTE UNA PROTESTA CONTRO L’ESERCITAZIONE MILITARE ISRAELIANA, A MASAFER YATTA, A SUD DI HEBRON, IN CISGIORDANIA, IL 22 GIUGNO 2022. (FOTO: MAMOUN WAZWAZ/APA IMAGES)

Secondo l’organo di governo del WCC, “l’occupazione continua a contraddire l’uguale dignità umana e i diritti umani dei palestinesi, mentre la risposta della comunità internazionale continua a riflettere due pesi e due misure”.

Riunitosi all’inizio del mese a Ginevra, il Comitato centrale del Consiglio mondiale delle Chiese (WCC) ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che “la discriminazione di Israele contro i palestinesi è palese e sistemica, e l’occupazione in corso da mezzo secolo continua a contraddire la pari dignità umana e i diritti umani dei palestinesi che vivono sotto questo sistema di controllo, mentre la risposta della comunità internazionale continua a riflettere due pesi e due misure”.

L’organo direttivo del WCC ha affermato che “i recenti eventi in Israele e Palestina hanno evidenziato i crescenti ostacoli a una pace giusta nella regione”.

Il comitato ha espresso la sua “profonda preoccupazione” per il “rapido deterioramento della situazione”, citando la recente interruzione delle osservanze religiose cristiane da parte di Israele, la decisione della Corte Suprema israeliana che ha dato ai coloni israeliani il diritto di espropriare le proprietà delle chiese vicino alla Porta di Jaffa, l’impunità di cui godono gli estremisti israeliani e la minaccia di sfollamento forzato che è iniziata in molte comunità palestinesi della Cisgiordania.

La dichiarazione ha anche sottolineato “la mancanza di responsabilità per il personale dell’IDF considerato molto probabilmente responsabile dell’uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh”, in contrasto con la “risposta di Israele ai recenti attacchi contro gli israeliani, in cui i palestinesi responsabili di tali attacchi sono stati uccisi, le loro case demolite e le loro famiglie sfollate”.

Oltre a chiedere al governo e alle autorità israeliane “di garantire pari diritti umani a tutte le persone che vivono sotto la loro responsabilità, e di assicurare la responsabilità per gli attacchi e le violazioni contro i palestinesi, contro i luoghi santi, le chiese, le comunità cristiane, i musulmani e altri gruppi…”, il Comitato centrale ha fatto appello alla comunità internazionale “affinché si esprima contro l’incombente sgombero di Masafer Yatta e altri sfollamenti minacciati di comunità palestinesi nei territori occupati”.

Il Consiglio Mondiale delle Chiese è un’associazione di 352 chiese di oltre 120 Paesi che rappresentano oltre 580 milioni di cristiani in tutto il mondo.

In autunno, oltre 4.000 partecipanti si riuniranno in Germania per l’Assemblea generale del WCC, che si riunisce ogni otto anni per pregare, conversare e festeggiare. Gli osservatori guarderanno se l’Assemblea Generale affermerà la dichiarazione del Comitato Centrale, nominando la discriminazione di Israele e invitando le chiese membri a lavorare in modi concreti per porre fine all’occupazione di Israele.

 

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