Voci da Gaza – 15mo giorno di guerra

Il racconto di Z. – da Gaza

Il crollo dei valori umani con l’attacco deliberato alle chiese e le minacce agli ospedali.

Da ieri mattina, da quando è avvenuto l’orrendo crimine commesso dalle forze di occupazione israeliane contro la Chiesa greco-ortodossa di San Porfirio, con il martirio dei cittadini che in essa cercavano rifugio come casa di Dio che potesse proteggerli, lo stato occupante, gli Stati Uniti d’America, l’Unione Europea hanno abbandonato tutti i valori umani e morali, hanno calpestato i valori e i principi dei diritti umani, diventati una bugia tangibile.

Il crimine continua a minacciare cinque centri di accoglienza, e purtroppo la minaccia arriva anche attraverso il funzionario dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), che ha chiesto l’evacuazione delle scuole dell’UNRWA a Gaza City, dove si sono rifugiati migliaia di civili le cui case sono state distrutte.
Stesse minacce ricevute anche dall’ospedale Al-Quds, affiliato alla Mezzaluna Rossa Palestinese, che ospita centinaia di malati e feriti, e migliaia di cittadini e sfollati rifugiati nei suoi corridoi per ripararsi dal bombardamento sistematico del quartiere di Tal Al-Hawa, che si sta svolgendo a un ritmo accelerato.

Nonostante la relativa calma verificatasi nelle ultime ore di ieri nelle zone del nord e nella città di Gaza, la temporanea rassicurazione ci ha presto abbandonato, poiché dalle undici di ieri sera fino ad oggi alle sei del mattino, i bombardamenti non si sono fermati in tutta la Striscia di Gaza, soprattutto a Jabalia, nel nord, e nella città di Al-Zahraa, le cui torri residenziali sono state tutte distrutte. Al-Zahraa è una delle terre liberate, dove c’era la colonia israeliana Netzarim, poi evacuata dalle forze di occupazione israeliane nel 2005 in seguito al loro ritiro dalla Striscia di Gaza.

Questa mattina, questa piccola città non esiste più e gli aerei da guerra continuano a lanciare missili, le navi da guerra continuano ad attaccare Gaza e il suo nord dal mare, mentre i carri armati la attaccano da est provocando massacri di massa a Jabalia e nel resto delle regioni.

Quale sarà l’esito della conferenza internazionale di oggi al Cairo?

Dignitari di tutto il mondo, arabi e stranieri, si mobiliteranno per far arrivare un piccolo numero di camion di provviste alimentari attraverso il valico distrutto di Rafah, ma non saranno in grado di frenare le atrocità della loro coccolata Israele e impedirle di bombardare ospedali e rifugi per gli sfollati.

Le Nazioni Unite smetteranno di essere un burattino degli Stati Uniti d’America e d’Israele?

La conferenza internazionale fermerà immediatamente i bombardamenti?

Riuscirà la conferenza a restaurare le case distrutte dagli aerei di occupazione israeliani?

Ci sarà un risarcimento alle famiglie dei circa 4mila martiri, di cui finora il 42% bambini, oltre a quelli dispersi sotto le macerie?

La conferenza curerà le ferite dei 13.000 donne e uomini feriti, che lo Stato occupante israeliano e i paesi vicini si rifiutano di ospitare per cure per paura di Israele?

Tutte le maschere sono cadute dai volti dei regimi dei paesi di questo brutto mondo, ma la speranza rimane nei popoli che alzano la voce contro questa guerra odiosa e in tutti coloro che vi partecipano. La nostra gente sopravviverà finché continueremo a sperare.

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