Voci da Gaza: 2° anno, giorni 7 – 14 (12 – 19 ottobre 2024)

La testimonianza di Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento e assedio

Dal settimo al quattordicesimo giorno del secondo anno di guerra genocida contro Gaza, 12-19 ottobre 2024

Seguono giorni difficili, il nord di Gaza viene annientato e le anime dei leader volano verso il cielo.

Per la seconda settimana consecutiva, l’aggressione continua nella sua forma più cruenta contro il Governatorato del Nord, con i bombardamenti aerei e terrestri che si concentrano sulla città di Jabalia, sul suo campo profughi e sui dintorni di Beit Lahia. Il nemico ha completamente isolato la città a nord, l’esercito ha sfollato con la forza i residenti bombardando continuamente e sparando proiettili con droni su tutti i quartieri e sulle strade che portano a Jabalia.

Sono trascorsi sette giorni infernali a Gaza City e nel suo nord, in cui sono caduti centinaia di martiri, uomini, donne e bambini, molti dei quali ancora abbandonati nelle strade o sotto le macerie delle case fatte saltare in aria dall’esercito di occupazione, utilizzando robot, oppure demolite con i bulldozer e fatte crollare sulle teste dei residenti. Centinaia di feriti giacciono sui pavimenti degli ospedali assediati nel nord. Sono stati fortunati a raggiungere gli ospedali, mentre decine sono rimasti dissanguati nei luoghi in cui erano stati feriti.

La carestia si è diffusa nelle regioni settentrionali perché l’esercito sionista ha impedito il movimento e l’ingresso di qualsiasi sostegno o aiuto alle popolazioni del nord, ha imposto loro un assedio tagliando anche l’acqua, il cibo e le comunicazioni.

La cosa triste, che fa piangere, è che il feroce attacco in corso nel nord della città di Gaza e nei quartieri a sud di Gaza City, ha raggiunto il suo culmine dopo l’anniversario del 7 ottobre. Si sta verificando davanti agli occhi del mondo senza che nessuno muova un dito, poiché le scene di uccisioni, bruciature di persone vive e persino parti di corpi di bambini smembrati non scuotono più le emozioni degli spettatori a livello arabo o internazionale. Forse si sono abituati, così come sono abituati alle scene nei film dell’orrore,ma ciò che il mondo vede non è un set cinematografico, è piuttosto la realtà sul campo. Perché non si attivano? Si muove in loro qualche senso di umanità oppure no?

La gente della Striscia di Gaza soffre l’essere sola, abbandonata e dimenticata, forse più del dolore della perdita o delle ferite.

Quanto a me, il dolore mi ha colpito duramente, per il martirio di un collega con cui stavo parlando al telefono. Solo dopo meno di cinque minuti dalla fine della nostra conversazione, un missile dell’aereo da ricognizione lo ha ucciso. Non potevo crederci quando ho sentito la notizia. Ho visto il suo viso sorridente come se mi ringraziasse per aver chiesto suo nuove, poi è scomparso per sempre.

Durante la scorsa settimana, siamo rimasti sorpresi ogni giorno dal martirio di persone che pensavamo fossero fuggite al sud e si fossero salvate da questo inferno.
Ma abbiamo scoperto che non se ne erano andate, piuttosto si aggrappavano a restare nella speranza che questa feroce aggressione finisse.

Ora, dopo l’assassinio degli alti dirigenti del movimento Hamas e dei suoi sostenitori di Hezbollah, tutti si chiedono: “Perché i leader sionisti continuano la loro guerra maledetta e perché… e come?” Sono tutte domande che riempiono la testa delle persone senza trovare risposte soddisfacenti.

Questi giorni hanno messo tutta la popolazione della Striscia di Gaza in allerta e in attesa delle sorprese che il prossimo futuro porterà. La Striscia di Gaza e la sua gente non hanno più la capacità di sopportare tutta questa violenza da parte dell’entità razzista sionista. Ciò che le fa sopportare tutto questo dolore al momento è un barlume di speranza che li saluta da lontano e li informa che il domani è vicino per chi lo aspetta.

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