Voci da Gaza: giorno 132

Centotrentaduesimo giorno della guerra genocida contro Gaza, 15 febbraio 2024

Gaza City, il Nord e Khan Yunis: un assedio totale e una continua aggressione fatta di uccisioni, distruzione e fame

L’aggressione sionista continua intensamente e senza sosta, poiché il governo bellicoso sionista insiste nel stringere il cappio sulla Striscia di Gaza con tutti i mezzi possibili, in particolare non accettando alcun accordo per fermare l’aggressione, il ritorno delle donne e degli uomini sfollati alle loro case, e la ricostruzione di ciò che l’esercito israeliano ha distrutto nella Striscia di Gaza. Nello stesso tempo questo governo insiste affinché le sue condizioni umilianti siano attuate, la consegna dei prigionieri detenuti nella Striscia di Gaza, l’evacuazione dalla Striscia di Gaza dei leader e dei membri delle fazioni della resistenza e l’amministrazione della Striscia di Gaza in futuro. Ciò che è peggio è che continua le sue varie operazioni militari in più di un’area della Striscia di Gaza.

Nonostante le dichiarazioni – anche se deboli – della maggior parte dei leader dei paesi occidentali e del Presidente americano sulla necessità di proteggere i civili e di raggiungere un accordo per fermare l’aggressione, e sull’appello al governo occupante a non intraprendere un’operazione militare a Rafah perché ciò comporterebbe ulteriori vittime civili, non c’è risposta da parte dei leader di guerra sionisti, che continuano le loro minacce e la loro odiosa aggressione con tutta la sua brutalità contro Rafah.

Le operazioni militari continuano duramente anche a Khan Yunis, stringendo sempre di più l’assedio del complesso medico Nasser e bombardando i suoi dintorni, così come l’ospedale Al Amal, e continuando la persecuzione, il bombardamento e l’uccisione di cittadini, donne, bambini e uomini, che erano stati precedentemente costretti dall’occupazione a sfollarsi verso Khan Yunis, per costringerli a sfollarsi nuovamente verso Rafah, anch’essa minacciata, attraverso i bombardamenti o verso Deir al-Balah, dove l’esercito effettua anche operazioni militari.

Sebbene il nord di Gaza sia stato svuotato della sua popolazione e completamente distrutto, gli attacchi aerei sionisti continuano fino ad ora, anche su terre deserte, per impedire ai residenti di tornare a ispezionare le loro terre e case distrutte, poiché la maggior parte delle persone vuole tornare nelle proprie terre, e sono disposti a piantarvi delle tende invece di vivere in tende in altre regioni.

Anche le auto civili e i raduni civili a Gaza City continuano ad essere presi di mira, per attirare l’attenzione della popolazione sul fatto che l’aggressione non si è fermata. Ieri aerei sionisti hanno lanciato volantini sulle zone dei quartieri di Al-Daraj e Al-Zaytoun, chiedendo ai residenti di andarsene perché l’esercito avrebbe condotto un’operazione militare in quei quartieri, cosa che ha scatenato il panico tra i cittadini, che ricordavano ciò che era successo dieci giorni fa nei quartieri meridionali e occidentali di Al-Rimal e nel centro di Gaza City, di uccisioni e distruzione di anche di ciò che era stato precedentemente distrutto.

Ciò per ricordare ancora una volta la diminuzione dei materiali di prima necessità nella città di Gaza e nel nord della città, a cui occorre provvedere affinché la carestia non si diffonda tra la popolazione, sapendo che vi sarà una perdita quasi completa di questi materiali, e se vengono trovati per caso, i prezzi saranno terrificanti, dato che il prezzo di un chilo di farina composta da orzo, grano e mais ha raggiunto i 40 shekel, ovvero 12 dollari, mentre per la farina bianca, un chilogrammo ha raggiunto tra i 50 e i 60 shekel, dai 15 ai 17 dollari. Il prezzo del riso ha raggiunto all’incirca lo stesso prezzo di un chilogrammo di farina, e anche il prezzo di un chilogrammo di zucchero ha raggiunto gradualmente circa 30 shekel, cioè dieci volte di più del prezzo precedente. Nelle regioni settentrionali si dice che abbia raggiunto i 50 shekel, mentre il prezzo dei legumi secchi è decuplicato e dai mercati mancano quasi i legumi in scatola.

Mantenere le persone in vita significa garantire i beni di prima necessità rapidamente. Altrimenti, coloro che non verranno uccisi dalle bombe, saranno uccisi dalla fame.

Zainab Al Ghonaimy, da Gaza sotto bombardamento

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