Il racconto di Zainab, da Gaza, sotto bombardamento e aggressione
Ventottesimo giorno della guerra a Gaza, 3 novembre 2023
Il popolo di Gaza ha accettato e scelto la propria patria e ha accettato che le proprie case fossero le loro tombe per non arrendersi.
Oggi è il sesto giorno del martirio di Hanaa e di 11 membri della sua famiglia in un raid israeliano nella sua casa. Un suo parente ha detto: “Mia zia si è rifugiata in casa nostra per quindici giorni , durante i quali sono stati bombardati diversi edifici nella loro zona, ma sabato ha deciso di tornare a casa sua con i suoi familiari, e ci ha detto “andrò a casa mia e non ne uscirò, e se la vita è la mia sorte, vivrò. Se la morte è la mia sorte lasciatemi morire nella mia casa dignitosamente e lasciate che la mia casa sia la mia tomba.”
Il giorno dopo il suo ritorno a casa, domenica 29 ottobre, un missile ha colpito la sua casa, trasformandola in una tomba, poiché fino ad ora, per sei giorni consecutivi, non sono riusciti a raggiungerla. Il suo corpo, i corpi di sua figlia e dei suoi nipoti, sono ancora sotto le macerie.
Hanaa ha scelto di non restare senza casa, in case altrui o in centri di accoglienza. Non ha accettato di lasciare la sua casa. Si é aggrappata ad essa affinché diventasse la sua tomba, e questo è stato il caso di più di duemila cittadini, le cui case sono state trasformate nelle loro tombe , poiché non sono riusciti a tirarli fuori da sotto le macerie.
Nonostante la minaccia dell’esercito di occupazione alla popolazione di Gaza City e al suo nord, le aree del nord – Jabalia, Beit Lahia e Bir Na’ja – sono ancora abitate da persone che hanno scelto di rimanere nelle loro case, aggrappandosi ad esse. Le case erano il frutto e il lavoro di molti anni e vi vivevano con ricordi di gioia e tristezza.
Non è quindi facile per loro uscirne e partire verso l’ignoto, né che i loro resti siano dispersi qua e là ai lati della via di fuga, come è accaduto più di una volta, non ultimo quello avvenuto oggi dove l’artiglieria delle barche di occupazione ha bombardato le auto degli sfollati che erano stati costretti dall’esercito di occupazione israeliano a lasciare le loro case. Sono stati sottoposti a bombardamenti nella loro zona, e l’esercito ha detto loro che la via dello sfollamento era un passaggio sicuro, solo per dar loro la caccia e ucciderli senza pietà. Inoltre non hanno permesso alle ambulanze di raccogliere i loro resti dal marciapiede, poiché anche i paramedici sono stati bombardati.
Il bombardamento della Striscia di Gaza continua via terra, mare e aria, e gli scontri continuano ai suoi tre ingressi, e l’occupazione paga un prezzo pesante durante queste operazioni, mentre Gaza paga un prezzo carissimo documentato in televisione, e la Cisgiordania occupata, la cui rabbia non si placa, paga un prezzo salato: dal martirio dei suoi figli, all’arresto di centinaia di persone, alla distruzione delle case in pieno giorno in mezzo alle città e nei campi profughi.
Tutto ciò avviene sotto gli occhi dei regimi sottomessi del mondo arabo che non battono ciglio di fronte agli atroci crimini commessi dal sionismo neonazista contro l’umanità e ai crimini di guerra contro donne e bambini. Questi crimini si verificano anche davanti ai regimi al potere in un mondo che pretende di essere un mondo libero, dove lo stato di occupazione israeliano riceve il sostegno logistico, morale e mediatico che riceve dai neonazisti, che benedicono questi crimini, guidati dall’amministrazione americana.
Questo sostegno è arrivato al punto che altri paesi e organismi delle Nazioni Unite sono stati sottoposti alla minaccia dell’uso della forza per impedire qualsiasi sostegno al popolo palestinese, e non se ne vergognano, in quanto superpotenza con il loro esercito e armi mortali e il suo protetto Israele, di sfidare due milioni e duecentomila palestinesi, la metà dei quali sono bambini sotto i diciotto anni, né si vergognano di vantarsi di termini divenuti troppo ripetitivi: “democrazia, diritti umani, lotta al terrorismo, ecc.”
Il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e anche in Cisgiordania è ancora aggrappato alla propria terra e alla propria patria e, nonostante tutti i nemici, il nostro popolo nella Striscia di Gaza starà bene, rimarrà nella sua terra e non si inginocchierà e non se ne andrà.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…