Voci da Gaza: il buio di Gaza, 149° giorno, II anno

La testimonianza di Zainab Al-Ghanimi, dalla città di Gaza assediata

Il 149° giorno del secondo anno della guerra genocida contro Gaza, 4 marzo 2025

I piani di guarigione per gli esseri umani e la ricostruzione della Striscia di Gaza appartengono al regno dello sconosciuto.

La prima farsa per la gente della Striscia di Gaza si è conclusa con la fine della prima fase del cessate il fuoco e il conto alla rovescia per affrontare la verità è iniziato. I giorni scorsi sono passati rapidamente mentre tutti erano impegnati a tornare alle loro vecchie case, anche se le case non sono più lì. La situazione degli abitanti della Striscia di Gaza oscilla tra l’annegamento nel freddo, nella pioggia e nel fango causati dal peggioramento del meteo, e la corsa alla registrazione per gli aiuti alimentari e il gas, oltre ai teloni sparsi e alle promesse immaginarie sui piani di ricostruzione e ripresa, che finora sembrano essere nient’altro che inchiostro sulla carta.

Mentre ci recavamo a ispezionare lo stato delle città nel nord di Gaza, sono rimasta scioccata dall’entità della distruzione e delle perdite, che possono essere descritte solo dicendo che le cupole delle tende, distese e accatastate per ospitare le persone al posto delle loro case, assomigliano alle teste dei funghi che crescono. Per quanto riguarda le strade, compresa Salah El-Din Street, la mia memoria non mi consentiva di riconoscerle e, se non fosse stato per l’autista che ci ha guidato, avremmo dimenticato le strade e i monumenti che un tempo erano famosi.

Ogni volta che guardiamo a destra o a sinistra, percepiamo problemi che peggiorano di giorno in giorno. Oltre all’alloggio, che è il problema principale per la stragrande maggioranza delle persone, la mancanza di acqua ed elettricità è grave. Le persone non possono caricare i loro telefoni cellulari o anche ottenere una debole illuminazione.

La preoccupazione più grande per l’opinione pubblica in questo momento è la minaccia costante che la situazione possa capovolgersi, portando alla possibilità di una ripresa dei combattimenti. Ciò significa che ci sono poche speranze di uscire da questo circolo vizioso, e lo spettro della morte e della distruzione continua ad incombere su di noi.

Credo che non supereremo la crisi della paura e del terrore dell’ignoto finché non avremo una visione chiara di ciò che è stato pianificato a più livelli. Chi governerà Gaza il giorno dopo, se ci arriveremo ad un domani? Ciò che l’occupazione ha distrutto verrà ricostruito? Quando? Comprenderà la distruzione totale o parziale? Quando saremo liberi dalla paura della carestia, ogni volta che l’occupazione israeliana chiude i valichi agli aiuti e al commercio? La città di Gaza e il suo nord rimarranno immersi nell’oscurità?

Il tema principale di discussione al tavolo dell’Iftar (fine del digiuno) durante il Ramadan rimane: si realizzerà la visione dell’effettivo lancio dei piani di ripresa e ricostruzione? Oppure la preghiera continuerà, sperando che il percorso della speranza si instaurera nella Notte del Giudizio*?

 

*la Notte del Giudizio, o Laylat al-Qadr. Chiunque cerchi la Notte del Giudizio e la viva alla fine del Ramadan, tutti i suoi peccati saranno cancellati. La notte del giudizio è la notte della beatitudine spirituale.

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