L’Iran attacca, Israele ringrazia. I palestinesi tornano nell’oblio

Di Roberto Prinzi
Per quanto figlio di anni di provocazioni sanguinose e criminali di Tel Aviv culminate con il bombardamento dell’ambasciata d’Iran a Damasco, l’attacco iraniano a Israele è il più grande regalo che Teheran fa allo stato ebraico che può riacquistare quella “simpatia” e solidarietà che il genocidio di Gaza le ha fatto perdere internazionalmente (non il sostegno, ma sicuramente la sua reputazione è stata un po’ danneggiata).
Con il genocidio in corso Tel Aviv andrebbe isolato in ogni modo possibile facendolo apparire per quello che è: un regime coloniale brutale e criminale. Invece Tel Aviv, grazie anche ai tanti Molinari occidentali, può presentarsi ora di nuovo come “vittima”, parlerà di “annientamento”, di “cancellazione dalle mappe” e di “rischio di nuova Shoah”.
Il lancio di droni e missili è stato inoltre atto vano: ha dimostrato se vogliamo la forza difensiva del “nemico”. Qualcuno dirà: è stato solo dimostrativo e comunque ha generato paura tra gli israeliani (“a Teheran facciamo sul serio questa volta, non scherziamo più”) e questa per molti sarebbe già di per sé una vittoria. Ma francamente appare poco plausibile che nelle intenzioni iraniane ci sia la seria volontà di entrare in un conflitto armato con Israele (e di fatto contro tutto l’Occidente) visto il contesto regionale e la situazione interna all’Iran.
Netanyahu, intanto, gode e trova ossigeno inaspettato per la sua sopravvivenza politica. Non solo, trova assist per quello che vuole fare da tempo: distruggere l’Iran e allargare il conflitto come sta tentando di fare da sei mesi a questa parte. Nello stesso tempo inevitabilmente riavvicina il suo governo agli Usa.
Chi ha a cuore i palestinesi non può non temere per quanto accaduto ieri: a dispetto di quello che dicono, gli Ayatollah fanno i loro calcoli politici e in questo i palestinesi contano veramente poco.
Israele un giorno cadrà. Ma non per missili, soldati o invasione dei vicini nemici. Su quel terreno non c’è partita.
Cesserà di esistere perché i regimi coloniali sono destinati prima o poi a cadere. È la storia ad insegnarcelo. E ciò vale soprattutto per uno stato che sta letteralmente esplodendo internamente. Israele va denunciato, va portato in tribunale, boicottato, sanzionato
L’escalation nel Vicino Oriente è una iattura per i palestinesi e per i tanti civili della regione che pagano il cinismo spietato dei loro leader con sudari e fosse.

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