Articolo originariamente su The New Arab e tradotto in italiano da Bocche Scucite
Di Qassam Muaddi
I palestinesi hanno pianto otto adolescenti che sono stati uccisi in un incidente tra un minibus e un camion mentre tornavano dal lavoro in un insediamento israeliano. La tragedia ha fatto luce sulle condizioni di lavoro dei lavoratori palestinesi.
Centinaia di palestinesi hanno partecipato venerdì ai funerali di otto lavoratori adolescenti palestinesi, morti in un incidente stradale mentre tornavano dal lavoro in un insediamento israeliano nella Valle del Giordano.
Il funerale, tenutosi nel villaggio di Aqraba, a est di Nablus, ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’AP e ha incluso un discorso registrato di condoglianze del presidente palestinese.
Gli adolescenti, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, erano tutti di Aqraba. Secondo fonti locali, stavano tornando dall’insediamento israeliano di Tomer nella Valle del Giordano, costruito su terreni occupati appartenenti a famiglie palestinesi del villaggio.
Le fonti hanno confermato che stavano viaggiando in un veicolo sovraffollato su una strada israeliana, nella tarda serata di giovedì, quando il loro minibus si è scontrato con un camion.
Tragedia sentita a livello nazionale
La notizia ha dominato i media palestinesi e le piattaforme online da venerdì mattina. Il primo ministro palestinese Mohammad Ishtayeh ha annunciato che le famiglie degli adolescenti riceveranno un’assistenza mensile dal fondo del ministero degli Affari sociali in seguito alle morti.
Hamza Aqrabawi, un attivista sociale di Aqraba, ha detto a The New Arab che “i palestinesi sono venuti da tutta la Palestina storica a rendere omaggio, dalla Galilea a Hebron. La tragedia è stata sentita a livello nazionale”. Aqrabawi ha notato che “l’ultima volta che il villaggio ha perso un tale numero di giovani in un solo giorno è stato nel 1948”.
Aqrabawi ha sottolineato che “quattro delle vittime erano studenti, che usavano i giorni liberi tra i due semestri per lavorare e aiutare le loro famiglie. Gli altri quattro avevano abbandonato la scuola ed erano lavoratori a tempo pieno”.
Secondo Aqrabawi, “il lavoro minorile negli insediamenti israeliani è comune nei villaggi della Cisgiordania, specialmente nel sud-est di Nablus, a causa delle dure condizioni economiche. La tragedia è servita come occasione per sollevare la discussione nella regione sul lavoro minorile. Ma è chiaro che la soluzione richiede risposte da parte dell’Autorità palestinese per alleviare le difficoltà economiche e fornire programmi sociali ai giovani”.
‘Pochissime scelte’ per i giovani palestinesi
Due delle vittime, Baraa e Zakariya Abu Saleh erano cugini, entrambi di 16 anni. Il loro zio, Bassam Abu Saleh, ha dichiarato a The New Arab che “hanno cominciato a lavorare nelle fattorie dell’insediamento due anni fa, usando il tempo libero che avevano fuori dalla scuola”.
Secondo Abu Saleh, “Baraa e Zakariyah hanno fratelli e sorelle piccoli, il più giovane ha 6 anni. Erano consapevoli delle difficoltà dei loro genitori e volevano diventare presto indipendenti, risparmiare denaro e aiutare i loro fratelli minori”.
Abu Saleh ha raccontato che i suoi nipoti “si svegliavano prima dell’alba e viaggiavano verso l’insediamento con altri giovani del villaggio in una piccola auto. Lavoravano otto ore nelle fattorie israeliane e guadagnavano circa 70-80 shekel ogni giorno (25 dollari)”.
“Non ci sono abbastanza lavori nelle città palestinesi o in città”, ha detto Abu Saleh. “I pochi lavori disponibili pagano anche meno degli israeliani. I giovani che vogliono iniziare a lavorare hanno poche scelte”.
Assenza di protezione sociale
Sul fatto che gli adolescenti viaggiassero in un’auto sovraffollata, secondo Mahmoud Ziadeh, capo della Federazione palestinese dei sindacati indipendenti del lavoro, “gli intermediari trovano ultimamente molto facile reclutare lavoratori palestinesi, compresi i minori, per lavorare negli insediamenti israeliani”,
“I lavoratori palestinesi negli insediamenti israeliani lavorano senza alcuna protezione, soprattutto se vengono reclutati senza i permessi dell’esercito israeliano per lavorare negli insediamenti”.
“Questa tragedia porta in superficie un problema più profondo”, ha sottolineato Ziadeh, “l’assenza di un sistema nazionale palestinese di protezione sociale per le famiglie a basso reddito, che impedirebbe loro di mandare i figli a lavorare negli insediamenti israeliani”.
Circa 200.000 palestinesi lavorano in Israele o negli insediamenti israeliani in Cisgiordania, senza protezione e diritti lavorativi di base, secondo i gruppi per i diritti umani.
[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."