Articolo pubblicato originariamente su Jews 4 Decolonization e tradotto in italiano da Beniamino Rocchetto
Un mandato d’arresto è stato emesso dalla magistratura di Ashdod contro Neta Golan (Kamal), un’attivista israeliana anti-occupazione, in seguito al suo rifiuto di comparire davanti alla corte israeliana in solidarietà con i detenuti amministrativi palestinesi.
Neta Golan, cittadina israeliana, ha scritto una lettera al tribunale in cui affermava: “Non intendo comparire all’udienza alla quale sono stata convocata per un atto d’accusa contro di me in solidarietà con i 500 detenuti amministrativi palestinesi che sono attualmente detenuti a tempo indeterminato, senza atto d’accusa e senza che il loro o il loro legale abbiano accesso alle accuse a loro carico, che dal 1° gennaio non hanno partecipato alle udienze sui loro casi. Mi unisco alla richiesta dei detenuti che Israele metta fine al suo uso estensivo e cinico della detenzione amministrativa contro i palestinesi. Il tribunale che mi concede i diritti come ebreo in virtù della mia origine etnica, e non offre gli stessi diritti ai nativi di un’altra origine, fa parte di un sistema discriminatorio che mira a favorire il mantenimento di una maggioranza ebraica tra il fiume e il mare. Lo stesso sistema commette atti criminali allo scopo di mantenere un regime di controllo da parte di un gruppo razziale su un altro gruppo razziale e la loro sistematica oppressione. Questa è la definizione del reato di apartheid. E non sono disposta a partecipare a questo crimine”.
Il giudice ha risposto emettendo un mandato di cattura per l’arresto di Golan e ha fissato una nuova data di udienza per il 30 maggio 2022.
“Se il tribunale mi commina una pena detentiva, durante la reclusione non verrà usata violenza fisica contro di me e alla fine del periodo di detenzione vengo rilasciato. Anche questi diritti fondamentali non sono concessi ai palestinesi; per esempio, i due milioni di persone imprigionate negli ultimi quindici anni nella Striscia di Gaza assediata, tra cui circa un milione di bambini sotto i quindici anni che sono nati e hanno vissuto tutta la loro vita sotto assedio e sotto costante minaccia di violenze mortali. Tragicamente, a differenza di me, non possono aspettarsi di essere rilasciati presto”, ha scritto Neta Golan.
Il caso giudiziario segue la protesta pacifica di Neta Golan al confine di Gaza nell’ambito di “Return Solidarity”, un gruppo di attivisti antisionisti israeliani che stavano manifestando davanti alla barriera al confine con la striscia di Gaza in solidarietà con la Grande Marcia del Ritorno nel 2020.
[…] dalla “devastazione che si è dispiegata davanti agli occhi del mondo”. ( https://bocchescucite.org/difendere-la-dignita-e-la-presenza-del-popolo-di-gaza/ ) Mai così espliciti e rinunciando…
Grazie per il vostro coraggio Perché ci aiutate a capire. Fate sentire la voce di chi non ha voce e…
Vorrei sapere dove sarà l'incontro a Bologna ore 17, grazie
Parteciperò alla conferenza stampa presso la Fondazione Basso il 19 Mercoledì 19 febbraio. G. Grenga
Riprendo la preghiera di Michel Sabbah: "Signore...riconduci tutti all'umanità, alla giustizia e all'amore."