Articolo pubblicato originariamente su Haaretz e tradotto dall’inglese da Beniamino Rocchetto
Di Gideon Levy
A volte la festa è finita, anche quando sembra che possa continuare per sempre. Lo stesso vale per Israele, che ha portato l’arte della mistificazione a livelli mai visti prima. Tiene il piede non solo in due scarpe, ma in tutte quelle disponibili, allo stesso tempo, riuscendo a non cadere, finché non succederà.
Questo è il modo in cui Israele ha abusato la democrazia e manipolato il mondo libero per decenni, perpetrando una brutale dittatura militare nei Territori Palestinesi Occupati. È così che si è destreggiata negli ultimi mesi tra Russia e Stati Uniti. Ora si scopre che è impossibile avere il meglio di entrambi i mondi per sempre. A volte la festa è finita, e forse è meglio così.
È vero, gli Stati Uniti avrebbero sopportato qualsiasi cosa da Israele, ma non la Russia. Washington perdona Israele per tutto, anche voltando le spalle all’Occidente durante un periodo di crisi. Tutto lo sputo che Israele scaglia alle richieste degli Stati Uniti viene ricevuto a Washington come pioggia benedetta. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, i commenti di Israele e la sua posizione ambigua di fronte alla guerra in Ucraina non erano degni di nota. Anche l’Europa ha perdonato, ma poi è arrivato il signor Moralità Internazionale, Yair Lapid. Come Ministro degli Esteri, ha fatto altri commenti, che suonavano più piacevoli per gli americani. La Russia si è svegliata, come non mai, e ora Gerusalemme teme la sua furia.
Le minacce della Russia in realtà suonano come promesse. La chiusura dell’Agenzia Ebraica per Israele in Russia e la fine dei bombardamenti in Siria potrebbero benissimo emergere come sviluppi positivi, anche per Israele. Tutto è già stato detto sulla chiusura dell’Agenzia Ebraica: basta con la sovversione e l’incoraggiamento dell’immigrazione non necessaria. Tuttavia, anche i bombardamenti incontrollati in Siria, come se fosse uno Stato vassallo sotto la sovranità israeliana, potrebbero finire molto male.
Quando Hezbollah invia un palloncino incendiario, Israele grida al mondo intero per la violazione della sua santa sovranità. Eppure nessuno osa aprire bocca alla luce della sfrontatezza dei bombardamenti in Siria e dell’arroganza dei voli nei cieli del Libano. Forse la Russia porrà fine a tutto questo. Non danneggerà necessariamente la sicurezza di Israele, come affermano gli allarmisti, perché questi attacchi un giorno potrebbero portare a una risposta. Ciò potrebbe portare a un deterioramento la cui fine è difficile da vedere. Se la Russia insiste nel chiudere i cieli siriani, i migliori piloti del mondo saranno un po’ meno occupati, con loro rammarico, ma Israele sarà un posto più sicuro.
Ora ci sono quelli che chiedono a Israele di adottare una linea politica più morale nel suo atteggiamento nei confronti della guerra in Ucraina, dopo che, a quanto pare, abbiamo già perso la Russia. Anche questa è una richiesta problematica. Israele ha il diritto di predicare la moralità a un altro Paese che non rispetta il diritto internazionale e ignora gli appelli della comunità internazionale? Israele può anche solo aprire bocca contro i crimini di guerra e gli atti di occupazione? Con quale autorità morale?
Israele può partecipare alle sanzioni contro una nazione occupante in un momento in cui essa stessa è un Paese occupante e descrive ogni richiesta di sanzioni contro di lui come antisemitismo? Dopotutto, Lapid, che ha cambiato l’atteggiamento riguardo alla guerra in Ucraina, è uno dei sostenitori della dottrina secondo cui Israele può fare qualsiasi cosa e le altre nazioni non possono criticarlo, perché qualsiasi intervento del genere è ritenuto odio contro gli ebrei. Ora accuserà la Russia? Riguardo a cosa? All’occupazione e i crimini di guerra?
Ora siamo sull’orlo del precipizio, e questo deve farci pensare. Israele ha cercato di trarre vantaggio da tutti i mondi ed è riuscito a perderli quasi tutti. L’Ucraina e la Russia sono furiose con Israele nella stessa misura. Mentre Europa e Stati Uniti hanno mostrato il loro lato migliore, Israele si è fatto da parte. E la Russia, che sperava che Israele l’avrebbe premiata per i cieli aperti in Siria e la libertà dell’Agenzia Ebraica di fomentare l’emigrazione in Russia, è rimasta delusa.
Ma la Russia ha ancora una consolazione: Israele, il pupillo dell’Occidente, è molto più simile nelle sue azioni alla Russia che ai suoi ammiratori in Occidente. La Russia è più forte e più brutale e Vladimir Putin è più dittatoriale, ma Israele sapeva molto bene perché non si è schierato contro la Russia: è quasi la sua sorella gemella.
*Gideon Levy è editorialista di Haaretz e membro del comitato editoriale del giornale. Levy è entrato in Haaretz nel 1982 e ha trascorso quattro anni come vicedirettore del giornale. Ha ricevuto il premio giornalistico Euro-Med per il 2008; il premio libertà di Lipsia nel 2001; il premio dell’Unione dei giornalisti israeliani nel 1997; e il premio dell’Associazione dei Diritti Umani in Israele per il 1996. Il suo nuovo libro, La punizione di Gaza, è stato pubblicato da Verso.
Faccio mia la Preghiera del patriarca di Gerusalemme, sperando che le sue parole vengano ascoltate e accolte.
Senza parole. Siamo tutti responsabili....se c'è ne laviamo le mani....complici!
Signore Padre d'amore, ti prego ascolta il grido di dolore di tutte queste anime innocenti che stamno pagando con la…
Una preghiera
Mi è insopportabile la morte di un solo bambino, di una sola donna, di un solo uomo, tanto più se…